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La Spagna segna il passo

Dice Gianni Fabbris: "Cambia solo il COLORE o è l'inizio di una lenta rivoluzione culturale?"

C'è un vento che soffia verso l'Europa?

Questa cartina parla da sola. Gli elettori iberici sono stanchi delle mezze misure.


Il Partito Socialista (Psoe) ha conquistato 123 seggi nel Congresso dei deputati, 37 in più rispetto all'attuale parlamento, dando oltre 50 parlamentari di distacco al PP. Il Partito Popolare (PP) ha perso 71 seggi, passando da 137 a 66 in una tornata elettorale indubbiamente interessata dal fenomeno della frammentazione della destra. Si tratta del peggior risultato della sua storia. Nel 2016, aveva vinto la maggioranza dei voti in 42 province, mentre questa volta ne ha conquistate solo quattro.


Tutti vorrebbero una europa monocromatica
Tutti vorrebbero una europa monocromatica

Non sono lontani i tempi in cui i contadini rappresentavano la maggioranza della popolazione europea. Le campagne, con i loro ritmi, le forme di produzione, l’organizzazione sociale, hanno mantenuto – si potrebbe dire fino all’altro ieri – un peso preponderante nella storia d’Europa.


L’analisi di Werner Rösener traccia con rigore l’evoluzione della vita rurale europea lungo dodici secoli di storia e tocca tutti i profondi cambiamenti che hanno interessato le campagne in questo esteso arco cronologico: dal sorgere della signoria fondiaria all’introduzione della rotazione obbligatoria, dall’inclusione in un’economia di libero mercato al traumatico impatto con la modernità.



A Maggio un certo "Giovanni Fabbris" vuole riportare i CONTADINI al centro della discussione sul futuro dell'Europa.


Ecco una Sintesi del suo pensiero.

Primo: cambiare il modello dell’agroalimentare europeo, cambiare la Politica Agricola, fondamento di nuova coesione

La Pac (La Politica Agricola Comune varata nel 1962) rappre-senta circa il 40% dell’intero budget dell’Ue pari a oltre 400 miliardi di euro (52 miliardi in 6 anni per l’Italia). Una mole enor-me di risorse che incide direttamente non solo sulla nostra agri-coltura ma, anche , sulla salute, l'ambiente, il diritto al cibo.

Per l'Italia queste scelte hanno accelerato il processo di chiusura di molte aziende agricole, contribuendo a trasformarci da Paese dalla tradizione millenaria di produzione del cibo a grande piatta-forma di speculazione commerciale con il Made in Italy svuotato del lavoro dei nostri agricoltori e braccianti.

Mentre i poteri finanziari e speculativi hanno tratto dalla Politica Agricola Europea grandi vantaggi, il crollo dei prezzi al campo e, conseguentemente, dei redditi agricoli e dei salari, sta lasciando le nostre comunità rurali sempre più indebolite, l’agroambiente e il territorio minacciato, la sicurezza dei cittadini a rischio,

La PAC non solo è ingiusta ma, anche, contraddittoria e ineffici-ente. Sotto i colpi delle lobbies, finanzia pratiche che danneggi-ano l’ambiente e la salute e usa molte risorse per cercare di ri-parare i danni causati.

Cambiare la Politica Agricola Europea è interesse generale di tutti i cittadini italiani. Il prossimo Parlamento Europeo dovrà mettere al primo posto del suo impegno la Riforma del sistema agroalimentare cambiando rotta e fondandola sui principi della Sovranità Alimentare che dovranno sancire prioritariamente:

- l’accesso ad una alimentazione sana e sicura per tutti con prezzi giusti e stabili ai consumatori, - redditi stabili e giusti per gli agricoltori, diritti e salari al lavoro, - modelli di produzione ecologicamente sostenibili, - diminuzione delle emissioni di gas ad effetto serra (riscalda-mento climatico) e riduzione nell’utilizzo di energie fossili, - la centralità dell’agricoltura mediterranea produttiva europea, - l’abbandono dei trattati commerciali antidemocratici (TTIP, CETA, ecc..) - semplificazione delle regole e degli iter amministrativi liberando le imprese dalle mostruosità burocratiche e garantendo la libertà del fare impresa e del lavoro insieme a misure che regolano e governano il mercato (meno regole sulla dimensione delle zuc-chine, più decisioni chiare a favore di produttori e cittadini) - un grande piano di rilancio di gestione e riconversione delle aree rurali produttive (che sono il 50% della superficie europea) fondato sulla loro rinaturalizzazione, sul diritto alla terra, il supe-ramento dell’agricoltura industriale, la tutela dei beni comuni, - regole trasparenti per il commercio agroalimentare con l’obiet-tivo di riequilibrare la distribuzione del valore aggiunto nelle filiere e la contrattazione interprofessionale, favorire la redditività degli investimenti ai diversi attori economici e sociali, sancire il criterio per cui le regole che si applicano ai nostri agricoltori vanno appli-cate anche ai prodotti alimentari in ingresso, controllare consegu-entemente che le importazioni rispettino questi criteri - fine delle pratiche di dumping sia quando esportiamo nei paesi del Sud sia in ingresso ai nostri mercati

Riformare e Ri-voltare la Politica Agricola Europea è un obiettivo strategico per l’Italia e per l’Europa.

Di fronte alle crescenti sfide e scenari dei mercati internazionali occorre una PAC forte, pubblica e trasparente che, ridimensio-nando il peso famelico delle lobbies e della speculazione, potreb-be costare meno e liberare risorse per politiche sociali, economi-che, di inclusione e culturali di rilancio e investimento utili a tutti i cittadini.

Secondo: a Sud di Nessun Nord

- la grande questione del sud italia deve diventare una grande questione europea

- ma il rischio è che tutta l’Italia diventi il sud di un’europa dominata dall’asse degli interessi economici, politici e militari governati dall’asse dei paesi del nord

- riportare il centro dell’Europa nel Mediterraneo, mare di pace e di diritti

Terzo: un green new deal

- economia circolare

- decarbonizzazione

- forestazione

- riconversione agroecologica

Quarto: economia etica e giustizia tributaria

-

Quinto: Democrazia, pace e partecipazione


Promette battaglia;

Qui le coordinate per seguirlo www.giannifabbris.it



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