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Immagine del redattoreCivitArs City

Dalla notte americana, Bob ci regala un inedito.

Mentre il suo orologio - scultura suonava la mezzanotte sulla costa orientale venerdì mattina, Bob Dylan ha pubblicato una nuova canzone, 'Murder Most Foul'. Dal bunker laboratorio Robert Zimmermann pubblica una canzone di 17 minuti. Un record di durata. Il messaggio che accompagna la pubblicazione: - "State al sicuro, state attenti e che Dio sia con voi" (un preciso riferimento al Corona Virus".


Bob Dylan, dopo 8 anni di silenzio ha diffuso una nuova canzone, 'Murder Most Foul'.

"Per anni, i fan di Bob Dylan hanno parlato con  una sorta di timore reverenziale della canzone più lunga che abbia mai pubblicato, “Highlands”, un brano del 1997 che durava 16 minuti e 31 secondi. Ora, 23 anni dopo, si è leggermente superato. Mentre l’orologio ha suonato a mezzanotte sulla costa orientale venerdì mattina, Dylan ha pubblicato una nuova canzone, 'Murder Most Foul', che dura 16 minuti e 57 secondi,  ed è un’epica libera associazione  sull’assassinio del presidente John F. Kennedy nel 1963".

Comincia così l’articolo che 'Variety' ha pubblicato online in queste ore, per quello che è uno dei veri eventi della primavera musicale 2020: il ritorno di Dylan con un brano inedito, il primo da 8 anni a questa parte, il primo dopo la vittoria, nel 2016, del Nobel per la Letteratura. Come sottolinea “Variety” la "monumentale" – lunghissima – canzone prende ispirazione dall’assinio di Jfk: il titolo in italiano potrebbe essere tradotto “L’omicidio più disgustoso”. Pubblicandola sui suoi profili social – e poi distribuita simultaneamente su numerosi servizi di streaming, come Spotify, Apple Music e Soundcloud, oltre a YouTube –  Dylan l’ha corredata di un messaggio nel quale si intravede un  sottile riferimento alla crisi del Coronavirus: «Saluto i miei fan e follower con gratitudine per tutto il vostro supporto e la vostra lealtà nel corso degli anni. Questa è una canzone inedita che abbiamo registrato qualche tempo fa e che potreste trovare interessante. State al sicuro, state attenti e che Dio sia con voi».



La voce di Dylan, su un tappeto melanconico e romantico di piano e archi alla  Leonard Cohen, scandisce parola per parola, pur tremolante in maniera chiara, assolutamente intellegibile, il gigantesco nuovo poema in musica: parte come fosse un racconto di cronaca:


“Fu un giorno buio a Dallas, nel novembre ’63. Un giorno che vivà nell’infamia. Il presidente Kennedy era molto in gamba. Una buona giornata per vivere e una buona giornata per morire. Portato al macello, come un agnello sacrificale... gli hanno fatto saltare la testa mentre era ancora in macchina, abbattuto come un cane in pieno giorno“.  


Partendo dalla cronaca, Dylan dapprima si sdoppia, e s’incarna nel Kennedy morente (“Mi chino a sinistra e ho la testa sul grembo di mia moglie“) così come nell’assassino, anzi gli assassini: “Abbiamo già qualcuno pronto a prendere il tuo posto“.

Poi le liriche s’innalzano in volo, con Dylan che intesse  il flusso di coscienza di  mille riferimenti pop – l’America dell’illusione e del suo declino –  dal sogno dei Beatles e Woodstock agli Who e Stevie Nicks, da Monk a Charlie Parker, da Shakespeare a Beethoven, da Buster Keaton a Marilyn e a “Via col vento“ ("francamente, signorina Scarlett, me ne infischio"). 


Un grande Dylan come sempre.


Ecco il file (Official audio)


Articolo di Chiara Clemente

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