top of page
Cerca
  • Immagine del redattoreCivitArs City

Carnevale Rurale

Un Laboratorio di CartaPesta sotto la supervisione della famiglia Pentasuglia (Mastri Cartapestai dal 1860). L'attività è finalizzata alla creazione di maschere e piccoli carri allegorici, ispirati alla Civiltà Contadina. Il laboratorio si terrà a Montescaglioso in Viale Belvedere ed è organizzato dall'Associazione Elios, supportata dalla "Rete per la Terra". A partire dai primi giorni di febbraio l'attività chiuderà l'ultima sera prima del Martedì Grasso, l'alba che da vita al CARNEVALONE MONTESE.


Sono ammessi al corso tutti: dai 10 ai 90 anni. Iscrizione libera e gratuita


LA FILOSOFIA. Il recupero delle tradizioni popolari nel contesto dell’Agenda 2030 ONU e del GREEN NEW DEAL avviato dalla Commissione Europea.


LE RADICI.

(Secondo la narrazione del CEA di Montescaglioso)

Il Carnevalone di Montescaglioso nasce soprattutto dalla cultura dei massari e dei braccianti. Anticamente i costumi erano realizzati con pelli di animali, ma la festa Si è evoluta insieme al mondo contadino. Si è utilizzata la tela di canapa, di juta e poi anche la plastica dei sacchi per le sementi del grano, ora, invece, carta, cartoni, stoffe di vestiti in disuso. Il Carnevalone come la natura ricicla quasi tutto. All’alba del martedi grasso, ha inizio il lungo rito della vestizione. Il gruppo ha precise figure e gerarchie.



Apre la parca che rotea il lungo fuso tra le gambe della gente: simbolo della ruota del tempo che gira e della morte che prima o poi arriva. Guai a farsi colpire.


Seguono i portatori dei campanacci più grossi, sbattuti con l’ausilio del ginocchio. La tetra figura della "Quaremma", vestita di nero e con in braccio un neonato. La carriola con il Carnevalicchio in fasce, ove depositare le offerte in natura. La sposa di Carnevalone, più o meno sguaiata, ferma tutti e chiede offerte in natura e danaro: serviranno a fare crescere il Carnevalicchio ma in realtà a fornire materia prima per la cena e l’Ubriacatura notturna. A ruota libera e con i campanacci più piccoli, tante figure sempre suggestive in costumi ogni anno diversi. Si accetta ogni offerta: pane, finocchi, pasta, dolci, frutta, vino e salsiccia.

Chiude il corteo il vecchio e massiccio Carnevalone. Intabarrato in un mantello nero, in testa un cappellaccio, cavalca un povero asino. è conscio che nella notte schoccherà la sua ultima ora. Non parla ma accetta tutte le offerte. Sulle spalle di Carnevalone, sui fianchi o sulle chiappe dell’asino, qualche cartello con gocce di saggezza contadina condite da aspre critiche, sempre sgrammaticate (Carnevalone non ha avuto tempo per studiare), rivolte per lo più a politici e pubblici amministratori. Il governo è ladro, le tasse sono alte, il padreterno non dà pioggia, l’annata è andata male!



A fine mattinata si fa la conta degli incassi in denaro e natura. Ci si prepara alla lunga notte sacrilega che già appartiene alla Quaresima.

A notte avanzata nel pieno del carnevale, compare il funerale di Carnevalone. Una fila di preti e frati esaltati precede il feretro di Carnevalone portato a spalla dagli amici disperati e seguito dalla vedova allucinata che in grembo porta già Carnevalicchio. Il corteo si fa largo tra la folla e in piazza il feretro è bruciato, mentre la consorte dell’estinto partorisce Carnevalicchio.


A mezzanotte in punto dal campanone della Chiesa Madre, partono 40 lugubri rintocchi che segnano l’inizio della Quaresima. Inizia la penitenza, la festa è finita, ma Carnevalicchio è già nato e pronto per la prossima annata.


Le figure e i simboli

Nel Carnevalone di Montescaglioso, espressione tra le più sentite della identità locale, sono presenti figure giunteci quasi intatte dal passato e comuni anche ad altre manifestazioni analoghe.


Il Carnevale celebra i riti propiziatori della fertilità e del risveglio della natura e le figure tradizionali dell’evento rimandano a simboli arcaici provenienti dal mondo greco-romano e medievale. Nel corso degli anni il corteo di Carnevale si modifica e cambia per vie misteriose, conservando, però, la memoria di figure ben codificate che ogni generazione consegna alla successiva.

Ed ecco le figure le più importanti. Carnevalone il vecchio destinato a finire sul rogo per propiziare il nuovo ciclo stagionale. Carnevalicchio l’anno nuovo e i riavvio del ciclo naturale. Sarà partorito durante il rogo di Carnevalone. La Quaremma: moglie di Carnevalone. La malannata, il digiuno, la penitenza. ‘U fus’ figura di origine greca. Tesse e regge il filo del destino e della vita. La femmina prena altra raffigurazione della moglie di Carnevalone. Il nuovo che preme. Chiede le offerte per Carnevalicchio. La carriola l’offerta chiesta per Carnevale con Carnevalicchio disteso nella carriola. ‘U zembr: il caprone, ovvero il demonio o meglio ancora le forze primordiali della natura. I campanacci sbattuti da maschere coloratissime per scacciare il malanno o forse per ricordare il ritorno delle greggi e delle mandrie. Il Cucibocca per ricordare l’imminente arrivo della Quaresima. I cortei nuziali (‘u zit e la zit’) il corteggiamento, lo sposalizio e le danze in cerchio. Un altro rito propiziatore della fertilità della terra. Il medico, il frate, ‘u mamon’ i personaggi che accompagnano Carnevalone al rogo ed assistono la vedova nell’atto di partorire Carnevalicchio sulla pubblica strada. ------------------ Fonte / CEA Montescaglioso

30 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page